IL KATA

Il Katà  è un esercizio individuale o a squadre che rappresenta un combattimento reale contro più avversari immaginari.La parola Kata in giapponese in antichità assumeva il significato di simbolo per enfatizzarne il contenuto spirituale, in seguito assunse il significato più semplice di forma: infatti il Kata è un succedersi di tecniche di parata e attacco prestabilite contro più avversari immaginari e forme. Nell'esecuzione dell'esercizio riveste grande importanza proprio la qualità formale delle singole tecniche, delle posizioni e degli spostamenti.
Non ci si deve però fermare all'aspetto estetico: il Kata è un vero combattimento, seppur codificato, quindi deve esprimere efficacia, sia dal punto di vista tecnico che strategico.
Per i praticanti rappresenta l'essenza dell'arte marziale perché racchiude in sé sia lo studio delle tecniche fondamentali che il ritmo e la tattica del combattimento è perciò basilare per progredire nella ricerca della Via. E, dal punto di vista strettamente tecnico, si può ben dire che studiare i Kata è studiare il Karate nella sua completezza, senza quelle limitazioni poste dal Karate agonistico: in questo senso, si può affermare con certezza che non soltanto nei Kata risiede tutto il Karate, ma che le caratteristiche di ogni singolo stile possono essere comprese appieno soltanto dallo studio dei Kata propri dello stile medesimo. 
Non si deve tuttavia commettere l'errore di interpretare questo assunto nel senso che uno stile è tanto più completo quanto più elevato è il numero dei Kata che in esso si praticano.
Io stesso,durante questi miei anni in questa disciplina che fino a qualche tempo fa praticavo assiduamente ero molto legato proprio al katà. Ricordo infatti che fu una delle prime cose che imparai,dopo ovviamente le normalissime basi impartite dal mio maestro.Con il passare del tempo però riuscìi a capire che vi era invece un altro tipo di combattimento che era molto più dinamico e forse anche più divertente nonostante la possibilità di farsi male fosse maggiore.Nei primi anni della mia esperienza utilizzai proprio il katà nelle gare,prima ai campionati italiani e poi successivamente anche ai mondiali F.E.K.D.A.
Sono riuscito ad ottenere prima il 2 posto agli italiani,che comunque rappresentava un ottimo risultato e successivamente la classificazione ai mondiali.
Oltre a questa mia piccola parentesi dobbiamo ricordare però che tutte le tecniche devono essere sostenute dal corretto uso della respirazione e della contrazione addominale che, in due particolari momenti esplodono nel kiai. Dimenticare il grido o eseguirlo fuori tempo è indice di emotività, ed è un errore.
                                                                                                                DENNIS PAUSATA
                                                                                                      LICEO CLASSICO ESCHILO

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