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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

PAROLE DEL KARATE

Il Karate può essere insidioso.   Specialmente quando usiamo parole giapponesi. Dopo molti anni di pratica (ma questo vale anche dopo pochi…) diamo per scontati i significati di molti dei termini giapponesi che usiamo più di frequente senza però averli capiti completamente. Tuttavia non capendo la terminologia del Karate, non è possibile impararlo o insegnarlo al meglio. Vediamo qui di  seguito le 10 parole giapponesi che molti pensano di conoscere ma in realtà non sono ben chiare. Eccole: #1: Uke Interpretazione sbagliata:   “Bloccare.” Significato reale:   “Ricevere.” Spiegazione:  La parola  “ uke ”  deriva dal verbo giapponese  “ukeru” , che significa  “ricevere” . Ma per qualche ragione il mondo Occidentale la interpreta frequentemente come  “bloccare” . Ritengo che questa cattiva interpretazione sia deleteria per un progresso a livelli più alti e non rifletta l’intento originale delle tecniche di difesa del Karate. Spostate la vostra impostazione mentale da 

KARATE ALLE OLIMPIADI?

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Mi è stato chiesto che cosa penso del karate alle Olimpiadi del 2020… Da una parte mi congratulo con tutti quelli che vedono il karate solo come uno sport, perché hanno vinto una disputa che durava da decenni. Dall’altra parte mi dispiace, perché penso che  il termine karate verrà utilizzato per identificare una disciplina molto lontana dal bagaglio tecnico e culturale che il karate possiede. Inoltre, ritengo che dal punto di vista sportivo sarebbe stato più corretto inserire nei giochi olimpici una disciplina di combattimento che faccia uso degli arti superiori e inferiori, dandole un nome generico e unico, con un regolamento internazionale condiviso. In fondo, se si guarda solo l’aspetto sportivo, il karate, il taekwondo, il kung fu, il viet vo dao ecc., non sono altro che metodi di allenamento, mentre se si parla di Arti Marziali, ognuna di esse presenta aspetti molto profondi che  rispecchiano culture ed esperienze secolari, le quali corrono il rischio di andare perse per segu

BUNKAI KATA

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Bunkai letteralmente significa "smontare" ed indica lo studio per l'applicazione pratica delle tecniche contenute nei kata. Lo studio di esse permette di estrapolare dai kata efficaci tecniche di difesa, molto spesso proiezioni, tecniche combinate, leve articolari e spazzate che sono nascoste magari all'interno di una tecnica di pugno o parata. Lo studio dei Bunkai Kata è uno dei più complessi dell'arte poiché richiede una chiave di lettura che si deve dedurre dallo stile del fondatore. È altresì uno degli argomenti più delicati per i teorici e gli studiosi dell'arte marziale poiché non  possediamo documenti scritti sulla pratica del bunkai sebbene essa sia importantissima per la comprensione del karate. Da ricordare, inoltre, come le tecniche dei kata derivino da tecniche di combattimento codificate e non il contrario. Ciò significa che le tecniche contenute nelle forme sono funzionali e non mera tradizione scolastica.                                   

REGOLE DEL COMBATTIMENTO

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KARATE - REGOLAMENTO COMPETIZIONI KUMITE (FIJLKAM) Area di gara L'area di gara per le competizioni di  kumite  è costituita da un quadrato coperto di tappeti ( tatami  ) con lati di 8 metri (misurati dall'esterno) e con 2 metri aggiuntivi su ogni lato come area di sicurezza. A 2 metri dal centro del quadrato è segnata una linea per posizionare l'arbitro. I contendenti sono invece posizionati su due linee a 1,5 metri dal centro dell'area e perpendicolari a quella dell'arbitro. I giudici siedono nell'area di sicurezza , uno di fronte all'arbitro e uno dietro ciascun contendente, 3 giudici in tutto. Ogni giudice tiene una bandierina rossa ( aka  ) nella mano destra e una blu ( aho  ) nella sinistra. Il colore dei tappeti perimetrali del quadrato deve essere diverso rispetto a quello dei tappeti interni (solitamente perimetro rosso e area verde, ma anche perimetro blu e area rossa, ecc.) Abbigliamento ufficiale Gli arbitri devono indossare l'uniform