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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

IL KARATEGI

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l karategi è in qualche modo simile al judogi  in quanto ne condivide l'origine comune, tuttavia il materiale e il taglio del vestito sono generalmente più leggeri e cadono più larghi. A causa della natura dell'allenamento del Karate (che pone l'accento sul colpire, il calciare e un più limitato assortimento di proiezioni rispetto al Judo), il karategi si è evoluto in modo da massimizzare velocità e mobilità senza la necessità di un materiale ruvido e resistente come quello richiesto per le prese e le proiezioni nel judo. Tuttavia i karategi più economici sono spesso tagliati da un tessuto leggero simile ad una camicia estiva. Questi karategi si rompono facilmente e tendono ad aderire alla pelle di chi li indossa, causando fastidi a seguito di eccessiva sudorazione. La maggior parte dei karategi di qualità sono tagliati da un tessuto di cotone in grado di resistere ad un considerevole ammontare di maltrattamenti senza ridurre la mobilità del karateka. Tipicamente quest

Karate e le Donne

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Salve a tutti e ben tornati,oggi parliamo del ruolo delle donne e del karate con loro.Le donne, al giorno d'oggi, si stanno appassionando sempre di più alle arti marziali, superando quelle barriere, che alcuni anni fa, facevano sembrare gli sport da combattimento e le arti marziali discipline prettamente maschili. Le Atlete di sesso femminile, con impegno, con forza, stanno dando spettacolo sia nel mondo della boxe che in quello più recente delle MMA . Nel mondo del kiarate, nobile disciplina antica, è cosa comune vedere donne graduate o addirittura istruttrici brave e preparate.  Nei campionati Europei di Karate del 1979 a Barcellona si ebbe la prima partecipazione ufficiale femminile alle gare internazionali, con le  gare di Kata sia individuali che a squadre. A livelli mondiali le donne gareggiarono per la prima volta, sempre con il Kata, ai Campionati Mondiali di Madrid nel 1980. Nel febbraio del 1981 si svolsero a Bruxelles i Campionati Europei, in cui le donne ebbero mod

IL KATA

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Il Katà   è un esercizio individuale o a squadre che rappresenta un combattimento  reale contro più avversari immaginari. La parola   Kata  in   giapponese   in antichità assumeva il significato di   simbolo   per enfatizzarne il contenuto spirituale, in seguito assunse il significato più semplice di   forma : infatti il Kata è un succedersi di tecniche di  parata   e attacco prestabilite contro più avversari immaginari e forme. Nell'esecuzione dell'esercizio riveste grande importanza proprio la qualità formale delle singole tecniche, delle posizioni e degli spostamenti. Non ci si deve però fermare all'aspetto estetico: il Kata è un vero combattimento, seppur codificato, quindi deve esprimere efficacia, sia dal punto di vista tecnico che strategico. Per i praticanti rappresenta l'essenza dell'arte marziale perché racchiude in sé sia lo studio delle tecniche fondamentali che il ritmo e la tattica del combattimento è perciò basilare per progredire nella ricerca de

LE CINTURE E I COLORI

Oramai un simbolo universalmente riconosciuto nel mondo, le cinture colorate, e sopratutto quella nera, sono un accessorio che identifica il karateka. Scopriamo come sono state introdotte e poi magari qualche curiosità in più... Le cinture bianca e nera sono state quindi utilizzate prima nel judo. Questa testimonianza ci lascia supporre che sia a partire dal sistema del judo, che il kimono bianco e le cinture bianca e nera siano state introdotte nel karate. La tenuta di G. Funakoshi e S. Gima nel 1921 sarà ripresa a poco a poco dagli altri, e si fisserà come modello per il karate. Dall'iniziale classificazione della DNBK (Dai Nippon Butoku Kai - Società delle virtù marziali del grande Giappone) con le qualifiche di Hanshi e Kyoshi ripettivamente "modello da imitare" e "esperto nell'insegnamento" si è passati ad una classificazione più ampia con l'assegnazione di DAN (gradino, livello) e ancora successivamente all'introduzione dei KYU (classe,